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."E' una greca di cui io sonotutore.""Come si chiama?""Haydée" rispose Montecristo."Una greca" mormorò il conte di Morcerf."Sì, conte" disse la signora Danglars."E ditemi se alla corted'Alì-Tebelen, ove avete servito gloriosamente, avete mai vedutoun costume così ammirabile, come quello che abbiamo innanzi agliocchi.""Ah" disse Montecristo, "voi avete servito a Giannina?""Sono stato istruttore delle soldatesche del Pascià" risposeMorcerf, "e la mia piccola fortuna, non lo nascondo, mi vienedalla liberalità di questo illustre capo albanese.""Guardate, dunque" insistette la signora Danglars.452 "E dove?" balbettò Morcerf."Lassù" disse Montecristo, e attirando il conte col braccio,sporse con lui la testa dal palco.In quel momento Haydée, che cercava con gli occhi il conte,scoperse la sua pallida testa vicina a quella di Morcerf.Questa vista produsse sulla giovane l'effetto della testa diMedusa: fece un movimento in avanti, come per divorarli con losguardo poi, quasi subito, si gettò indietro, mandando un debolegrido, inteso soltanto dalle persone vicine e da Alì, che apersesubito la porta."Avete visto?" disse Eugenia."Che accade alla vostra pupilla,signor conte? Si direbbe che stia male.""Sembra" disse il conte."Ma non vi spaventate, signorina, Haydéeè un temperamento nervoso e molto sensibile agli odori: un profumofastidioso basta per farla svenire.Ma" soggiunse il conte,cavando una boccettina di tasca, "ho qui il rimedio."E dopo avere salutato la baronessa e la figlia, strinse nuovamentela mano a Morcerf e a Debray, ed uscì dal palco della signoraDanglars.Quando rientrò nel suo, Haydée era ancora molto pallida; appena lestrinse la mano Montecristo s'accorse ch'era fredda ed umida."Con chi parlavi, signore?" domandò Haydée."Col conte di Morcerf" rispose Montecristo, "che è stato alservizio del tuo illustre padre, e che confessa di dovergli la suafortuna.""Ah, miserabile, egli lo vendette ai turchi! La sua fortuna fu ilpremio del suo tradimento.Tu dunque non lo sapevi, mio signore?""Avevo sentito parlarne in Epiro" disse Montecristo, "ma ignoro iparticolari.Vieni, figlia mia, tu me li racconterai.Devonoesser curiosi.""Oh, sì, vieni, vieni.Mi sembra che morrei se dovessi stare piùlungamente di faccia a quest'uomo."E Haydée s'alzò all'istante, s'avvolse nel suo mantello dicachemire bianco, orlato di perle e di corallo ed uscì nel momentoin cui si alzava il sipario per il quarto atto."Guardate se quest'uomo si comporta come gli altri!" disse lacontessa G.ad Alberto ch'era ritornato da lei."Ascoltaattentamente il terzo atto del Roberto, e se ne va nel momento chesta per cominciare il quarto."453 Capitolo 53.RIALZO E RIBASSO DEI FONDI.Qualche giorno dopo questo incontro Alberto di Morcerf andò a farvisita al conte di Montecristo nella sua casa agli Champs-Elysées,che aveva già preso quell'aspetto di palazzo, che il conte, graziealle sue immense ricchezze, sapeva imprimere alle sue abitazioni.Egli veniva a rinnovargli i ringraziamenti della signora Danglars,già ricevuti in una lettera firmata baronessa Danglars, nataErminia de Servieux.Alberto era accompagnato da Luciano Debray, il quale unì alleparole dell'amico qualche complimento, non certo ufficiale, ma dicui il conte con il suo fine intuito non poteva non sospettar lasorgente.Gli sembrò perfino che Luciano venisse a visitarlo mossoda un doppio sentimento di curiosità, di cui almeno metà provenivadalla rue Chaussée d'Antin: infatti poteva supporre, senza timoredi sbagliarsi, che la signora Danglars, non potendo coi suoi occhiispezionare l'appartamento di un uomo che regalava cavalli datrenta mila franchi ed andava all'Opera con una greca cheostentava il valore di un milione in diamanti, aveva incaricatogli occhi di un fidato amico per avere qualche informazione.Ma ilconte non parve sospettare la minima correlazione fra la visita diLuciano e la curiosità della baronessa."Voi siete in rapporto quasi continuo col barone Danglars?"domandò ad Alberto."Sì, signor conte, sapete ciò che vi ho detto.""Dunque resta sempre stabilito?""Oggi più che mai." disse Luciano."E' affare concluso."E Luciano, giudicando senza dubbio che questa parola gli desse ildiritto di estraniarsi dalla conversazione, si pose la lenteall'occhio, e col pomo del bastoncino alle labbra, fece il girodella stanza esaminando le armi ed i quadri."Bene" disse Montecristo."A quanto mi diceste, non avrei credutoad una così sollecita soluzione.""Che volete? Le cose camminano da sé.Quando voi non pensate aloro, esse pensano a voi, e quando vi voltate, siete meravigliatodel cammino che hanno fatto.Mio padre ed il signor Danglars hannoservito insieme in Spagna.Mio padre, rovinato dalle vicendepolitiche, e Danglars che non aveva mai avuto patrimonio,gettarono le prime fondamenta: mio padre della sua fortunapolitico-militare, ch'è straordinaria, Danglars della suapolitico-commerciale, che è ammirabile.""Sì, infatti" disse Montecristo, "credo che nella visita che gliho fatta, il signor Danglars mi abbia parlato di ciò.e"continuò, dando uno sguardo dov'era Luciano che stava sfogliandoun album, "è bella la signorina Eugenia?.Perché credo diricordarmi che si chiami Eugenia.""Molto bella, o piuttosto molto avvenente" disse Alberto, "ma diuna bellezza che non apprezzo; sono un indegno.""Ne parlate come se foste già suo marito.""Oh" fece Alberto, dando anch'egli uno sguardo a ciò che faceva454 Luciano."Sapete" disse Montecristo abbassando la voce, "che non misembrate molto entusiasta di questo matrimonio?""La signorina Danglars è troppo ricca per me, e ciò mi spaventa"disse Morcerf."Baie!" disse Montecristo."Questa non è una buona ragione! E nonsiete ricco anche voi?""Mio padre ha qualche cosa.circa cinquantamila lire di rendita,e maritandomi me ne cederà forse dieci o dodici.""La cosa è alquanto modesta, particolarmente a Parigi; ma inquesto mondo non ci sono solo le ricchezze, e non è piccola cosaavere un nome ed un'alta posizione in società [ Pobierz caÅ‚ość w formacie PDF ]

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